MATTEO DELBÒ
Primo sonno
Il 3 ottobre 2013, a poche miglia dal porto di Lampedusa, si consumava il più grave naufragio nel Mediterraneo di sempre: 368 migranti muoiono a seguito dell’affondamento di un’imbarcazione libica.
Dopo questo evento, la Marina Militare Italiana avvia l’Operazione “Mare Nostrum” durata però solo un anno. Delbò si è imbarcato per 8 lunghi mesi sulla nave Libra, seguendo l’ultimo viaggio dell’operazione umanitaria. Da allora in poi la strategia italiana ed europea cambia di segno: dal salvataggio di vite umane al controllo delle frontiere. E nel Mediterraneo si torna a morire. Le immagini – scatti zenitali del ponte della nave – ritraggono il primo riposo dei migranti, il silenzio e la quiete dopo la concitata fase di salvataggio. L’immagine non si ferma sul dolore individuale, ma dalla distanza rende la forza di un movimento collettivo, la fatica di un popolo. Sembrano senza vita, ma è invece un sonno che prelude all’inizio di una nuova vita.
BIO
Matteo Delbò (Pavia, 1972) è regista e direttore della fotografia. Dopo essersi diplomato alla Scuola Nazionale di Cinema di Roma, ha vinto il premio “David di Donatello” per il miglior cortometraggio.
Per molti anni ha seguito le emergenze, le manifestazioni e le rivolte delle “primavere arabe” per il primo sito web italiano del quotidiano Il Corriere della Sera e ha seguito le operazioni di salvataggio dei migranti imbarcati su una nave militare per l’operazione “Mare Nostrum” del 2013.
Per Al Jazeera English ha girato un documentario per il programma Witness e ha lavorato per Sky news da Mosul in Iraq. Nel 2016, Delbò ha collaborato con la giornalista Chiara Avesani per il progetto Frontline of peace, una serie di documentari web sugli sforzi della società civile irachena per la ricostruzione. Delbò collabora ora con la Rai. Ha vinto il World Press Photo 2019 Digital Storytelling Contest, il Premio Flaiano per il miglior reportage italiano nel 2007, Premio Ilaria Alpi per il miglior documentario nel 2007.